Psicogenealogia/Metagenealogia

 

“...Ogni albero si riconosce dal proprio frutto...”

(Luca, 6:44)

 

 

 

Le origini

 

 

 

È constatazione universale che il nostro destino è determinato, almeno in parte, dalla storia e dalla psicologia delle generazioni che ci precedono, concetto questo che oggi viene tradotto con il termine di “transgenerazionale” (ovvero che attraversa le generazioni). Tutta la storia dell'uomo è percorsa dalla constatazione in base alla quale ciò che è accaduto precedentemente alla sua nascita ha lasciato un segno, non solo dal punto di vista storico-culturale ma anche dal punto di vista psicologico.

 

Il taoismo cinese afferma che il destino di un individuo si costruisce nell’arco di nove generazioni. Nella Medicina Tradizionale Cinese il concetto di energia ancestrale, l'energia zong qi, corrisponde all'energia dei nostri antenati, ed è un'energia ereditaria che condiziona l’Io innato dell’individuo.

 

 

 

L'Africa offre una gamma vastissima di tradizioni, pratiche e credenze legate agli Antenati. Alcune popolazioni credono che dando il nome di un antenato a un discendente, il primo continui a vivere nel secondo.

 

Dopo la morte si crede che gli Antenati possano accedere ad uno stato speciale che conferisca poteri particolari. In tal modo essi possono, in forma invisibile, proteggere e procurare amore, rispetto e forza ai vivi, se questi ultimi mantengono una comunicazione con i defunti.

 

Presso la popolazione africana dei Dogon si crede che gli Antenati fungano da mediatori tra i vivi e gli Dei.

 

In particolare, i gruppi etnici presenti in Madagascar sono molto legati al culto degli Antenati, da loro chiamati Razana, tanto che questi li vivono presenti in maniera invisibile nella vita quotidiana.

 

I Malgasci fanno regolarmente visita ai monumenti dedicati ai Razana per rendere omaggio e chiedere loro benedizioni.

 

Tra i popoli amerindi vige la credenza che gli antenati morti rimangano tra i vivi, anche se su piani d'esistenza paralleli, per proteggere i vivi e che esercitino un influsso sulla loro vita.

 

Senza scomodare popolazioni lontane dalla nostra cultura, troviamo nell'antica Roma il culto dei Lari, gli antenati protettori, la cui festa cadeva, nel calendario giuliano, a Maggio, e la festa dei Parentalia, a metà Febbraio. I romani credevano che gli avi influissero sui vivi e tornassero a far visita ai propri parenti in questi periodi dell'anno.

 

In una intervista lo psicanalista e studioso di sciamanesimo Didier Dumas (ahimè scomparso, e così poco conosciuto in Italia) afferma che il rapporto con gli antenati e con le energie della sessualità è scomparso nel pensiero occidentale con la “rivoluzione illuminista”. “Nessun’altra civiltà se n’è dimenticata fino a questo punto. Tutto il pensiero cinese, amerindo, africano e degli aborigeni australiani è aperto al transgenerazionale e fa della sessualità una delle basi della salute dell’individuo.”

 

 

 

Ma nascere in una famiglia significa ricevere un'eredità e un preciso destino.

 

L'eredità è sì legata alla forma del corpo, al colore dei capelli o degli occhi, cioè all'eredità genetica, ma anche a qualcosa di più sottile e meno evidente. Ogni neonato riceve, chi più chi meno, anche un'eredità psicologica fatta di desideri, sogni, progetti che i genitori gli proiettano ancor prima di concepirlo. Questo bagaglio in dotazione è costituito da ingiunzioni invisibili, ordini inconsci, speranze “non dette”, aneliti, opere incompiute, ingiustizie subite dagli antenati che si ripresenteranno e rivivranno nella futura vita del neonato per essere portate da lui a coscienza e quindi a compimento o, nel peggiore dei casi, per riproporsi ciclicamente.

 

In metafora, questi concetti sono contenuti nella frase biblica “I padri hanno mangiato l'uva acerba e i denti dei figli si sono allegati” (Ezechiele 18:2).

 

Sempre il celebre psicanalista Didier Dumas asserisce che il libro della Genesi è soprattutto un’opera di teoria psicogenealogica, “… che non ha nulla da invidiare ai più recenti studi sull’argomento. Dove Dio vi viene descritto come l’istanza responsabile del fatto che le colpe dei padri si trasmettono lungo tre o quattro generazioni”.

 

Il passato agisce sul presente e il presente influenza il futuro. Siamo un anello nella catena delle generazioni, siamo legati ai nostri avi fisicamente tramite il DNA e psicologicamente tramite l'inconscio.

 

Infatti non siamo, come crediamo, esseri singoli e atemporali, non siamo degli individui che sono scollegati tra loro. La visione che abbiamo di noi è quella di possedere un corpo, dei sentimenti, delle idee e che questi siano “nostri”, cioè siano di nostro esclusivo appannaggio. Invece, quello che percepiamo o come viviamo può essere dovuto ad un “copione” che non è personale ma una riproduzione di ciò che è stato vissuto, sentito, amato, sofferto da un altro membro della famiglia ed in particolare da un antenato.

 

Come annota scherzosamente Alejandro Jodorowsky: “Noi siamo posseduti dai nostri antenati.

Se Sigmund Freud ha messo in evidenza l’Unbewusste, il “non detto”, “il non espresso”, erroneamente tradotto con il termine “inconscio”, è Carl Gustav Jung, allievo dello stesso Freud, che pone l'accento sulla psiche collettiva, sull'inconscio collettivo, concetto poi ripreso da molti ricercatori in psicologia tra cui Jacob Levy Moreno per sviluppare la tecnica dello psicodramma.

 

 

 

L'inconscio personale racchiude contenuti psichici che riguardano i problemi e le questioni proprie dell'individuo. L'inconscio familiare è la somma di tutte le esperienze e conoscenze accumulate dal clan familiare, una specie di album dei ricordi familiari. Nell'inconscio collettivo sono seppelliti tutti i contenuti dell'umanità, tutti i modelli di comportamento archetipico, pertanto questi detiene un sapere ed un potere colossali nemmeno paragonabili con quelli della mente conscia.

 

L'inconscio collettivo e familiare ci programmano e ci trasmettono un'eredità della psiche che se non resa cosciente ci conduce verso un particolare destino. Siamo un po' come computer e le eredità inconsce sono i programmi informatici. Questi ultimi sono stati scritti in anticipo ed hanno dei comandi con la funzione di condurre ad un risultato atteso. Affermava Jung: “Il principale compito dell'uomo dovrebbe essere …. prendere coscienza di ciò che, proveniente dall'inconscio, preme e si impone a lui, invece di rimanere inconsapevole o di identificarsi”.

 

Il seguente esempio è lampante e può essere la rappresentazione della nostra vita all'oscurità di quelli che sono i contenuti nell'inconscio.

 

Immaginate. Ora sto scrivendo il libro che state leggendo su un PC portatile con un qualunque elaboratore di testi. Una frase contiene dei vocaboli che non sono in sintonia con il concetto espresso dalla frase stessa. Seleziono i vocaboli che “non suonano bene” e premo il tasto “cancella”, poi sostituisco i vocaboli cancellati con termini maggiormente pertinenti.

 

Ho espresso con una metafora ciò che accade nell'inconscio familiare. L'inconscio familiare, anche chiamato “coscienza di gruppo”, nell'esempio citato sono io che sto scrivendo il libro, ed il libro è la rappresentazione della storia dell'intera famiglia. La frase che sto scrivendo equivale alle esperienze di vita di uno degli individui appartenenti al clan, questi deve uniformarsi al contesto “per suonare in sintonia” con il testo completo che si sta scrivendo, che in parallelo sono i contenuti inconsci delle programmazioni genealogiche. In caso contrario, l'inconscio familiare cancella quegli elementi psichici non coerenti con il “senso” definito dalla famiglia e li sostituisce con altri maggiormente confacenti ed in sintonia.

 

 

Secondo alcuni, questi eventi di sincronia hanno il senso di portare avanti il processo della vita e compensare uno squilibrio delle forze vitali. Secondo altri però l'identità del nascituro può collegarsi all'avo deceduto ad esempio ricevendo il compito di sostituirlo, a maggior ragione se è dello stesso sesso e se la scelta dei genitori è quella di “ricordare” lo scomparso dando al bimbo lo stesso nome. Questa situazione la si trova nella tradizione italiana, francese, spagnola di chiamare il bimbo con il nome del nonno e la bimba con quello della nonna.

 

In tal caso risulta importante l'intenzione, soprattutto inconscia, del o dei genitori. Se il nascituro viene concepito in coscienza, i genitori avranno posto le basi perché questa nuova individualità, guidata dal suo Essere Essenziale, possa aprirsi alle infinite possibilità che l'Universo offre. Altrimenti, l'Albero prenderà il sopravvento fornendo al nascituro sì i talenti sviluppati dagli avi ma instillando anche le nevrosi che circolano tra le sue fronde. Essere liberi fin dall'inizio è un punto di partenza importante!

 

 

 

 

 

Lo sviluppo recente

 

 

 

La psicogenealogia ha i suoi padri fondatori. La capostipite europea può essere considerata Anne Ancelin Schützenberger che nel suo “La sindrome degli antenati” cita: “Ho cominciato ad interessarmi a questo campo di studi una dozzina di anni fa, a partire da una riflessione di mia figlia. Ella infatti mi disse “Ti rendi conto, mamma, che tu sei la maggiore di due figli di cui il secondo è morto, che papà è il maggiore di due figli di cui il secondo è morto, che io sono la maggiore di due figli di cui il secondo è morto …. e che dopo la morte dello zio Jean-Paul, temevo in qualche modo quella di mio fratello … . Ciò mi ha procurato uno choc. Era vero, e il fatto che si trattasse di incidenti di macchina, non cambiava nulla al problema; al contrario”.

 

 

 

Nel mondo accademico è, forse, colei che raccoglie e sistematizza in un unico quadro teorico le osservazioni di altri colleghi.

 

Di formazione freudiana basa il suo lavoro sull’inconscio personale e la psiche collettiva introdotti da Freud e sulle sincronicità dell’inconscio collettivo di Jung. Conosce Jacob Levi Moreno, con la sua sociometria e lo psicodramma, e si forma presso Françoise Dolto, pediatra e psicanalista.

 

Nel suo percorso viene a conoscenza delle considerazioni di alcuni studiosi e ricercatori, quali:

 

         Josephine Hilgard che dimostra statisticamente la sincronicità esistente tra date di nascita e di morte, significative per ciascuna famiglia, e ripetizioni familiari di eventi quali malattie o incidenti, concetto che la Schützenberger amplierà e chiamerà poi Sindrome da Anniversario;

 

         Ivan Boszormenyi-Nagy che individua il concetto di lealtà familiare, ovvero la legge inconscia e sottile che opera al fine di preservare l'esistenza e l'equilibrio della famiglia, seguendo regole proprie positive o negative, regole e strategie che comunque hanno permesso la continuazione della specie, e la vita del sistema fino al momento attuale e quindi sono ritenute, dal sistema, giuste e valide; un secondo concetto elaborato è quello del libro dei conti transgenerazionali, una sorta di registro familiare dei debiti e dei crediti relativo a diverse generazioni: ad un certo momento, inconsciamente, un discendente è chiamato a pagare il conto per azzerare i debiti e i crediti di famiglia; sempre questo autore tratta anche il concetto della genitorializzazione dei figli, cioè del rovesciamento dei ruoli, ad es. nei casi in cui i figli diventano i genitori dei propri genitori;

 

         Vincent de Gaulejac che conia il termine di “nevrosi di classe”, cioè la forma di lealtà familiare che ostacola l’avanzamento sociale, il successo, il denaro: non sentendosi autorizzati a essere migliori dei propri antenati, si mettono in atto dei meccanismi inconsci di autosabotaggio;

 

         Nicholas Abraham e Maria Török che studiano i segreti di famiglia, i “non-detti”, i quali generano quello che loro chiamano “cripte e fantasmi” psichici, ovvero sintomi e disturbi psicofisici. La cripta e il fantasma sono molte volte legati a dei segreti di famiglia considerati vergognosi (morti, assassinii, incesti, prigionia, violenze, malattie, figli illegittimi, fallimenti, dipendenze, ecc.).

 

 

 

Alla luce di ciò la psicogenealogia si può quindi definire come lo studio dell'albero genealogico orientato ad evidenziare ed analizzare come l’individuo si è strutturato tenendo conto dell’influsso che su di lui hanno le generazioni che lo precedono. Ogni individuo è il risultato finale dell'evoluzione della sua famiglia, di ciò che è accaduto a partire dai due rami del suo albero genealogico, da cui egli stesso ha preso origine, tramite una catena di trasmissioni psicologiche.

 

 

 

La Metagenealogia di Jodorowsky

 

Parallelamente a questi autori, Alejandro Jodorowsky, attore, sceneggiatore, drammaturgo, scrittore, sviluppa e traduce in pratica quello che già negli anni ’60 chiama psicogenealogia e in futuro avrebbe definito come psicomagia e metagenealogia. Il percorso assolutamente personale di Jodorowsky parte dallo studio esperienziale dei Tarocchi quali specchio dell'anima, quali potenti strumenti psicoanalitici. I Tarocchi sono il simbolo del percorso che la nostra Anima segue per potersi realizzare pienamente.

Con delle intuizioni sorprendenti scopre che il seme di un disturbo, di una malattia, di una sofferenza viene gettato generazioni prima della nascita dell'individuo che ne sarà portatore. Proprio per questo, lo studio del proprio albero genealogico diviene fondamentale, comprensivo “dell'atmosfera” e dell'ambiente in cui ogni individuo nasce, cresce e si sviluppa. I Tarocchi, letti sotto un profilo psicologico, e l'albero genealogico permettono di rintracciare l'origine di malattie, ossessioni, manie, psicosi, nevrosi.

 

 

 

Dal punto di vista affettivo ogni bambino è in stretta relazione con i genitori, con la loro famiglia di origine (che rappresenta le due branche dell'albero genealogico) e con i rapporti che si sono instaurati all'interno di esse. Queste influenze esercitate dai genitori e dall'albero costituiscono un meccanismo che tende a ripetersi. Per cui i timori, le ansie, le aspettative e le problematiche dei genitori finiscono per essere delle specie di predizioni per i figli.

 

In tal senso l'albero genealogico è un essere vivente che tende a preservare intatta la sua integrità psichica cercando la ripetizione e la compensazione.

 

La ricerca psicogenealogica, perciò, si focalizza sull'origine del trauma familiare, per disinnescarlo e permette, ad ogni persona, la riscoperta della propria individualità. In tal modo l'uomo può riappropriarsi del suo potenziale, delle forze dell'Essere Essenziale e Luminoso quale è, libero da ogni restrizione. Per Jodorowsky l'indagine sulle proprie radici è un passaggio inderogabile nel cammino alla scoperta del Sé.

 

Proprio la percezione di essere un anello di una catena transgenerazionale permette a Jodorowsky di affermare: “Quello che hanno subito loro [i genitori] lo stanno facendo a te. A meno che non ti ribelli, farai anche tu lo stesso ai figli che avrai. Le sofferenze familiari, come gli anelli di una catena, si ripetono di generazione in generazione finché un discendente …. acquista consapevolezza e trasforma la sua maledizione in benedizione”.

 

Ogni vittima si trasforma in un carnefice nel perpetuare le proiezioni deviate che erano state fatte su di lei finché il ciclo non si interrompe con la presa di coscienza di un individuo. E in tale momento tutto cambia, anche il passato.

Jodorowsky proclama : “Un albero si giudica dai suoi frutti: se i frutti cambiano, cambia anche l'albero”. Secondo il suo pensiero, quindi, è possibile guarire il nostro passato. Poiché noi siamo la nostra famiglia, è in noi che i nostri genitori, nonni, bisnonni e trisnonni soffrono per i loro fallimenti. Se ci realizziamo, si realizzano anche i nostri antenati dentro di noi, perché partecipano al nostro nuovo livello di coscienza. Noi siamo il buio e la luce.

Quando sull'albero si forma un frutto buono, tutto l'albero ne gioisce. Attraverso questa trasformazione di coscienza, tutto l'albero si purifica. Questo mutamento della visione del mondo può essere aiutato dagli atti psicomagici. Gli atti psicomagici sono dei rituali personali che ricollegano la persona alla sua dimensione immaginifica, tipica dei bambini, tramite il linguaggio dell'inconscio che utilizza metafore, allegorie e simboli a scopo terapeutico. Tale linguaggio è quanto più di potente e ancestrale si possa immaginare.

 

La psicomagia si basa sul fecondo connubio tra le arti dei riti della tradizione sciamanica di tutti i popoli e la potenza dei simboli dell’inconscio ed agisce sulla gabbia mentale che la nostra famiglia, la nostra società, la nostra cultura hanno creato in noi.

 

Sono atti concreti che “trasgrediscono” la realtà quotidiana da cui l’individuo non riesce ad uscire e che inconsciamente auto-alimenta in un circolo vizioso di blocco a livello materiale, creativo/sessuale, emotivo o intellettuale: “… passano dal semplice attaccare due monete sotto le scarpe alla coltivazione di un particolare tipo di pianta in un determinato tipo di vaso, dal fare un regalo ad uno sconosciuto al vestirsi in modo particolare per interpretare un ruolo diverso dal consueto".

L’atto psicomagico è pratico, in tal modo comunica all’inconscio che concretamente la vita può cambiare.

La scelta spetta esclusivamente a noi: Volere, Osare, Agire!

 

Tratto dal libro: "L'Anima dei Nomi - Simbologia dei nomi in psicogenealogia"